Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Parola del Signore
COMMENTO
Per godere della benevolenza di Dio non è necessario realizzare azioni straordinarie: anzi, la vera e unica opera che l’uomo deve compiere è accogliere la salvezza offerta da Dio, credendo nel Signore Gesù. Evidentemente l’assenso di fede non è soltanto qualcosa che riguarda la mente o l’intelligenza, ma è un atto che abbraccia tutta la nostra vita: le scelte, gli affetti, il comportamento e le relazioni. Quando si è riempiti della grazia e della presenza di Dio, diventa facile anche ciò che a prima vista non sembra esserlo. Ma questo non significa che si è immuni dal dolore e dalla sofferenza o che si vede esaudito ogni desiderio. Dio non ti chiede cose difficili, ma di credere nel Figlio suo. Credere significa affidarsi senza bisogno di ulteriori garanzie se non lui stesso, la sua Parola, il suo Corpo donato. Quando hai il coraggio di accettarlo nella tua vita, anche tu vedi miracoli.