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Quinta settimana di Pasqua

Mercoledì 22 Maggio Santa Rita da Cascia
Vangelo e commento tratto da:
SULLA TUA PAROLA il MESSALINO


VANGELOGv 15,1-8

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Parola del Signore

COMMENTO

Il Signore usa l’immagine della vite e dei tralci per farci capire quanto è forte il legame che c’è tra noi e lui. È un legame vitale, tanto che – se viene tagliato – noi troviamo la morte. Eppure, nonostante la forza di tale legame, abbiamo il potere di scioglierlo. Il messaggio di Gesù è chiaro: siamo già nel suo amore e viviamo già nella piena comunione con lui. Il punto è cercare di conservarsi in tale amore senza allontanarsene per nessun motivo. Se ciò avviene, il nostro cammino è segnato: siamo come quei tralci che seccano e non servono ad altro che a essere bruciati. Dunque non è tanto con i sentimenti o con le belle parole che esprimiamo l’unione con Gesù. È soprattutto con le scelte di vita e con la testimonianza quotidiana, che dimostriamo a Dio e agli altri la nostra reale appartenenza a lui.