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Decima set. del Tempo Ordinario

Giovedì 13 Giugno Sant’Antonio di Padova, sacerdote e dottore della Chiesa
Vangelo e commento tratto da:
SULLA TUA PAROLA il MESSALINO


Omelie di padre Giorgio Maria:
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VANGELOMt 5,20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Parola del Signore

COMMENTO

Come si può superare la giustizia degli scribi e dei farisei, che conoscevano benissimo la Scrittura e si gloriavano di praticarla in tutta la sua purezza? Evidentemente, al Signore non interessa tanto la conoscenza intellettuale – anche a memoria – della Sacra Scrittura, se poi non se ne capisce il significato profondo. Il senso della Legge che Dio aveva dato al popolo tramite Mosè non sta tanto nella sua conoscenza, ma nella comprensione del suo senso profondo, cioè l’amore. Questo, forse, per i contemporanei di Gesù non era più così chiaro: ma per noi deve esserlo. Se la nostra vita cristiana non implica una crescita progressiva nell’amore, nel rispetto e nel perdono verso gli altri, serve a ben poco. È soltanto una perdita di tempo che non rende felici né noi né Dio.