In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno».
Parola del Signore
COMMENTO
Esprimersi, parlare, dire quello che si pensa e si prova è un grande dono che Dio ci ha fatto. A patto, però, di volerlo utilizzare bene; quante volte si ha la sensazione di usare le parole per ore intere, senza voler dire niente di davvero profondo o utile? Per questo Gesù ti richiama, oggi, alla necessità di essere sobri nel parlare. Quando si parla poco e bene la parola assume il suo ruolo originario: quello cioè di essere segno di una realtà ben più profonda, di dare voce alle cose veramente importanti nella vita. Altrimenti, il rischio è quello di avere una comunicazione rumorosa ma inefficace, superficiale e incapace di trasmettere il vero senso delle cose. Tornare a leggere spesso queste parole di Gesù significa dare il giusto peso a come comunichiamo tra noi.