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Undicesima set. del T. Ordinario

Giovedì 20 Giugno San Metodio
Vangelo e commento tratto da:
SULLA TUA PAROLA il MESSALINO


Omelie di padre Giorgio Maria:
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VANGELOMt 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Parola del Signore

COMMENTO

Per pregare non è necessario dire molte parole, e non serve nemmeno usare espressioni tanto complicate nei confronti di Dio. Quello che vale davvero, di fronte a lui, è il desiderio che anima il nostro cuore di relazionarci con il nostro Padre amorevole. Egli ci dà solo amore e ci chiede soltanto amore. Se non partiamo da questo presupposto, rischiamo di fare della nostra preghiera un esercizio verboso e noioso per Dio e alla fine anche per noi. Non si deve fare, quindi, lo stesso errore dei pagani, i quali erano convinti che pregare significasse essenzialmente attirare l’attenzione di un dio distratto e poco interessato alle faccende umane. Ma può un Padre non essere attento a ogni parola che dice un figlio? Può essere distratto quando egli gli chiede aiuto?