In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Parola del Signore
COMMENTO
Matteo pensava di aver ottenuto tutto quello che poteva dalla vita: era ricco, invidiato e temuto. Eppure, in fondo al cuore sentiva che c’era qualcosa che mancava. Cosa avrà visto nella persona di Gesù che passava accanto a lui e che lo chiamava a seguirlo? È difficile dirlo, però evidentemente Matteo ha scoperto in quella voce e in quell’invito la soluzione a quell’insoddisfazione profonda che provava. Ci sono tante persone che, come Matteo, vivono una profonda insoddisfazione senza sapere da cosa possa dipendere, perché non capiscono che senza Gesù, anche se avessero tutto il mondo ai propri piedi, si sentirebbero insoddisfatte e vuote. Anche tu, quando vivi momenti di questo genere, puoi chiederti quale spazio dai a Gesù nella tua vita: a volte certi momenti di tristezza o di solitudine potrebbero essere causati dall’aver trascurato il Signore.