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Ventissettesima set. del T. Ordinario

Mercoledì 9 Ottobre SS. Dionigi, vescovo, e compagni, martiri - S. Giovanni Leonardi, sacerdote
Vangelo e commento tratto da:
SULLA TUA PAROLA il MESSALINO


VANGELOLc 11,1-4

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».

Parola del Signore

COMMENTO

Si è molto discusso ultimamente sul Padre nostro, perché papa Francesco ha indicato alcuni cambiamenti che renderebbero quello usato nella liturgia eucaristica più fedele al testo originale; ma si sa che ogni traduzione contiene in sé anche un tradimento. Occorre uscire da queste dispute linguistiche perché non aiutano a capire di più la verità di questo insegnamento. Gesù qui non insegna una preghiera, egli insegna “la” preghiera. Non mette sulle nostre labbra alcune parole, non mette nel nostro cuore alcune domande. Nulla di tutto questo. Con il Padre nostro lui fa di tutta la nostra vita una ininterrotta preghiera. Il luogo della preghiera è la vita, il contenuto della preghiera è la vita. In queste poche e semplici frasi c’è tutto di noi, c’è tutto del Padre e c’è tutto di Gesù. Quel “dite”, che introduce la risposta del Signore, può indurci in errore, può farci pensare che la preghiera sia fatta di parole. Quel “dite” invece va letto dentro la grande tradizione biblica: Dio dice «sia la luce, e la luce fu, Dio disse… e così avvenne». Il dire di Dio compie, crea le condizioni, Dio realizza ciò che dice, lo realizza con la sua parola. Ed ecco che questa preghiera non è parola ma compito, è stile di vita.