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Ventottesima set. del T. Ordinario

Venerdì 18 Ottobre S. Luca evangelista
Vangelo e commento tratto da:
SULLA TUA PAROLA il MESSALINO


VANGELOLc 10,1-9

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Parola del Signore

COMMENTO

In questo giorno, la Chiesa celebra la festa dell’evangelista Luca, proclamando un brano del Vangelo che porta il suo nome. Con questo discorso Gesù dà le istruzioni per la missione dell’annuncio alla quale invia ben settantadue discepoli. Il Maestro non sembra preoccupato di spiegare come fare perché la missione sia efficace, non gli interessano strategie per la riuscita e l’adesione di masse alla voce dei suoi primi inviati. Il Redentore intende dare uno stile e forse l’evangelista ha voluto raccogliere le parole più significative per lo stile del missionario cristiano. Innanzitutto la «messe» non appartiene ai missionari: oggi noi diremmo che i parrocchiani non sono del parroco, né i ragazzi del catechista o dell’animatore, né i fedeli sono del vescovo. Ma la messe è del suo padrone che è Dio. Questo ricorda ai missionari di ogni tempo e luogo che il vero artefice dell’evangelizzazione è sempre Dio e il suo Spirito agisce in coloro che si mettono docilmente al suo servizio. Il missionario, e qualunque testimone, è chiamato allora a essere credibile, cioè trasparente con la sua vita, capace di lasciar trasparire dal profondo di sé il Signore di cui è annunciatore.