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Ventinovesima set. del T. Ordinario

Domenica 20 Ottobre XXIX domenica del Tempo Ordinario
Vangelo e commento tratto da:
SULLA TUA PAROLA il MESSALINO


VANGELOLc 18,1-8

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Parola del Signore

COMMENTO

Per molti cristiani, l’esperienza della preghiera si riduce a qualche minuto della giornata e significa poco più che recitare qualche formula imparata a memoria da bambini. L’insegnamento di Gesù qui è chiaro: la preghiera ottiene ciò che chiede e va fatta con insistenza, senza stancarsi. Del resto, quando vogliamo davvero qualcosa che riteniamo importante per noi o per i nostri cari, non ci facciamo abbattere dai primi dinieghi, ma continuiamo a insistere con chi sappiamo che può darci quanto ci necessita. Lo stesso vale per la preghiera, con l’unica differenza che Dio non ha bisogno di essere convinto dalle nostre parole: egli ci dà quello che veramente ci serve per la nostra salvezza e per il nostro vero bene. L’insistenza nel chiedere è un atto di fede nella sua bontà.