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Ventinovesima set. del T. Ordinario

Giovedì 24 Ottobre S. Antonio Maria Claret, vescovo
Vangelo e commento tratto da:
SULLA TUA PAROLA il MESSALINO


VANGELOLc 12,49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Parola del Signore

COMMENTO

Le parole di Gesù sembrano suonarci strane, tanto più che il saluto di Gesù risorto è sempre: «Pace a voi». Perché allora in queste righe Gesù parla di divisione, invece che di pace? Spesso la nostra pace si basa sull’ipocrisia, sulle parole non dette, sui compromessi e talvolta sulle paure e le sottomissioni. Così siamo tutti un po’ complici. Non è certo questa la pace di Gesù. La «divisione» di cui si parla consiste nell’impossibilità, per chi ha riconosciuto il dono della fede, di scendere a compromessi per il quieto vivere. Per Gesù il credente non può accettare accomodamenti per ciò che riguarda la fede e le scelte che ne derivano, anche se questo dovesse portare a contrasti con le persone più care. Restare fedeli a Dio, anche nel confronto aspro con chi ci è più vicino, è la testimonianza più forte perché anche per gli altri si aprano gli scrigni della fede. Tutto questo va sempre fatto con la dolcezza e la chiarezza di Cristo. Il cristiano deve riconoscere e custodire la propria libertà in ogni ambiente, anche quando la gioia della fede non può ancora essere condivisa. La nostra fedeltà potrà forse un giorno ottenere da Dio il dono della fede anche per altri.