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Ventinovesima set. del T. Ordinario

Sabato 26 Ottobre XXIX domenica del Tempo Ordinario
Vangelo e commento tratto da:
SULLA TUA PAROLA il MESSALINO


VANGELOLc 13,1-9

In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Parola del Signore

COMMENTO

Gesù viene interrogato su un fatto di cronaca: alcuni pellegrini erano stati trucidati dai soldati romani durante l’offerta del sacrificio che stavano celebrando al tempio. Forse si tratta di pellegrini che appartenevano al gruppo degli zeloti, che volevano rovesciare il potere romano. A Gesù è chiesto di schierarsi. Un altro fatto di cronaca riguarda il crollo che aveva ucciso diciotto persone. Nella mentalità farisaica la disgrazia o la morte violenta sono sempre il segno del castigo di Dio per un peccato commesso. Gesù non si lascia incastrare dalla domanda, non entra nel merito di questi fatti, ma spezza il pregiudizio che vede nella disgrazia un castigo e coglie l’occasione per richiamare alla conversione e alla sua urgenza. Ciò che accade è sempre per noi un motivo di riflessione, che ci spinge a rinnovare la nostra vita e il nostro affidamento a Dio. La nostra vita è fragile e il tempo non è nelle nostre mani, per questo occorre sempre impegnarsi per portare frutti buoni, quelli che invece il fico dell’ultima parabola non produce. Ma accanto all’urgenza della conversione possiamo contare sulla misericordia di Dio, che non manca di darci i giorni necessari per la conversione.