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Trentaduesima set. del T. Ordinario

Lunedì 11 Novembre S. Martino di Tours, vescovo
Vangelo e commento tratto da:
SULLA TUA PAROLA il MESSALINO


VANGELOLc 17,1-6

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Parola del Signore

COMMENTO

Ci sembra che perdonare sia qualcosa di veramente difficile. Ricevere un torto o un’offesa è un’esperienza davvero brutta e dolorosa, per cui ci sembra già tanto il riuscire a tollerare la presenza di chi ci ha fatto del male. Non è troppo esigente il Signore, quando ci chiede di perdonare tutte le volte che qualcuno viene a domandarci perdono? In realtà, il Cristo ci ricorda che per mezzo del Battesimo siamo divenute creature nuove; novità significa, in questo caso, anche pensare secondo logiche nuove e comportarsi di conseguenza. Se ci sembra troppo difficile, non dobbiamo temere; chiediamo aiuto allo Spirito Santo: egli stesso ci aiuterà a fare ciò che umanamente ci sembra impossibile. Questo sarà il modo per permettere a Dio di manifestare la sua misericordia attraverso di noi.