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Trentaduesima set. del T. Ordinario

Martedì 12 Novembre S. Giosafat, vescovo e martire
Vangelo e commento tratto da:
SULLA TUA PAROLA il MESSALINO


VANGELOLc 17,7-10

In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore

COMMENTO

Sicuramente queste parole di Gesù urtano la nostra sensibilità. Sentirci considerare come servi, nel rapporto con lui, ci appare come qualcosa di negativo e di umiliante. E come se questo non bastasse, Gesù aggiunge che dopo aver fatto tutto quello che ci è stato ordinato, dobbiamo anche riconoscerci come inutili, cioè non essenziali. In realtà il Cristo vuole darci un messaggio positivo e pieno di gioia: servire lui e la causa di Dio è l’esperienza più bella che possiamo fare nella nostra vita. Quando abbiamo fatto la sua volontà, sperimentiamo in noi una pace che nient’altro può darci. Sentirci inutili è semplicemente un atto di verità: dipendiamo in tutto e per tutto dal Signore e quello che riusciamo a fare di bene ogni giorno dipende, in ultima analisi, dalla grazia che lui ci dona.