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trentatreesima set. del T. Ordinario

Sabato 23 Novembre S. Clemente I, papa e martire - S. Colombano, abate
Vangelo e commento tratto da:
SULLA TUA PAROLA il MESSALINO


VANGELOLc 20,27-40

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Parola del Signore

COMMENTO

L’osservazione degli scribi riguardo le parole del Signore ci fa comprendere, ancora una volta, il dissidio che esisteva tra loro e i sadducèi, e in genere con le varie scuole religiose al tempo di Gesù. In realtà il Maestro non ha voluto favorire un gruppo piuttosto che un altro, ma ha semplicemente detto la verità. La verità, in questo caso, è che non si può valutare una realtà divina con categorie umane: la vita eterna non è una semplice continuazione della vita che abbiamo condotto sulla terra. Essa è qualitativamente molto differente: quella che viviamo al momento è semplicemente una preparazione e una pallida ombra della pienezza di esistenza che vivremo in Dio. Ricordarselo è segno di grande fede e profonda saggezza, perché ci aiuta a camminare verso Dio con cuore lieto e fede forte.