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Quarta set. del Tempo Ordinario

Mercoledì 5 Febbraio S. Agata, vergine e martire
Vangelo e commento tratto da:
SULLA TUA PAROLA il MESSALINO


VANGELOMc 6,1-6

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Parola del Signore

COMMENTO

L’evangelista Marco, rispetto a Luca, non racconta il tragico finale della visita di Gesù nella sua cittadina. Però, anch’egli ci riporta la reazione negativa di coloro che avevano visto crescere il Messia in mezzo a loro. Il testo dice che il Signore si meraviglia della loro incredulità, poiché la reazione più logica avrebbe dovuto essere quella dettata dalla fede. E invece ciò non avviene: proprio la sua gente non riesce a fare quel salto di qualità nella fede che permetta loro di riconoscere in quel Gesù, che hanno visto bambino, il Figlio di Dio, il Messia promesso e, addirittura, si scandalizza di lui. Dunque essere vicini a Gesù non è sempre garanzia di autentica fede in lui. Si può vivere tanti anni assieme a Gesù e continuare a considerarlo un semplice estraneo, ma a quel punto ci si è chiusi alla sua grazia e non si è più in grado di accogliere le sue proposte d’amore.