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Settima set. del Tempo Ordinario

Mercoledì 26 Febbraio Mercoledì delle Ceneri
Vangelo e commento tratto da:
SULLA TUA PAROLA il MESSALINO


VANGELOMt 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Parola del Signore

COMMENTO

In Quaresima Dio, in maniera perentoria, c’invita a guarire da una malattia profondamente radicata dentro di noi, di cui forse non siamo nemmeno più consapevoli. È quella forma d’ipocrisia che condiziona molto persino i nostri atti di culto più sentiti, rovinandoli davanti a Dio. L’ipocrisia è quella malattia del cuore che spinge a comportarsi in maniera falsa e calcolata persino davanti al Signore: è evidente che non possiamo ingannare Dio con la nostra presunta santità. Il problema è che siamo noi a ingannare noi stessi, quando ci sentiamo bravi e a posto soltanto perché abbiamo una certa frequentazione della Chiesa e dei sacramenti; se a questo, però, non segue un comportamento improntato alla misericordia e al perdono, stiamo semplicemente sprecando tempo e ingannando noi stessi.